"Da questa sconfitta fiorirà la futura vittoria. 'L'ordine regna a Berlino!'. Stupidi assassini! Il vostro ordine è costruito sulla sabbia. Già domani la rivoluzione si rimetterà in piedi e con un suono di tromba annuncerà, con vostro profondo orrore: 'Ero, sono, sarò!'"
Rosa Luxemburg, il giorno prima di essere catturata e uccisa.

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Saviano, è ora di scendere dal pulpito!

Quanto sembra remoto l’unanimismo democratico di “Vieni via con me”, con l’officiante Fazio che assemblava tutto il perbenismo nazionale – di centro, di destra e di sinistra – e proclamava, parole sue, che la trasmissione era la prima della tv post-berlusconiana! Sono passate poche settimane, ma sembrano anni. Il Cavaliere, che i conti li sa fare, ha emarginato il suo oppositore interno. I centristi, raccolte le loro sparse ed eterogenee truppe, si leccano le ferite. Di Pietro ha abbassato la cresta e magari riflette sulla selezione del personale politico dell’Idv. Il Pd tira un sospiro di sollievo, perché per un po’ le elezioni si allontanano…
E soprattutto la rivolta del 14 dicembre ha mandato in pezzi quel buonismo peloso e dolciastro che il centrismo di destra e di sinistra ha cercato di contrapporre invano a Berlusconi. Bersani sui tetti, Granata sui tetti – dopo che il primo non aveva fatto una grande opposizione per fermare il Decreto Gelmini e il secondo si disponeva a votarlo. Per il momento, il progetto di un berlusconismo senza Berlusconi, di un moderatismo costituzionale e unanimista, perde colpi. Come si è visto dalle straordinarie immagini dei palazzi del potere assediati dai manifestanti, la rocciosa realtà del conflitto ha preso il sopravvento sulla realtà illusoria e distraente delle rappresentazioni mediali e delle “battaglie” parlamentari in cui la sola posta in gioco è quale destra governerà il paese.
Il conflitto, appunto. Deve essere il capo della polizia Manganelli, pensate un po’, a ricordare che la violenza è la manifestazione visibile di un disagio sociale terribile che accomuna studenti, precari e giovani esclusi da qualsiasi speranza. Tutto il polverone sugli infiltrati, i mitici black bloc, gli autonomi redivivi, gli anarchici in trasferta rivela l’incapacità di comprendere che la manifestazione di Roma non è che l’espressione di una turbolenza profonda che non bisognerebbe emulsionare con gli stereotipi più triti. In questo senso la lettera che Saviano ha indirizzato su “La Repubblica” ai «ragazzi» del movimento è l’esempio perfetto dell’immagine irreale – a metà tra il sogno e l’esorcismo – che nella sfera separata dei media ci si vuol fare dei movimenti contemporanei.
Cento «imbecilli», come dice Saviano? Al di là del tono paternalistico della missiva («ve lo dico io che sono giovane come voi, credetemi»), colpisce l’incapacità di entrare, se non altro con l’immaginazione, nelle motivazioni di persone tagliate fuori, come centinaia di migliaia di loro coetanei, da qualsiasi progetto, non dico di società, ma di sopravvivenza anche immediata. Dove sarebbero, di grazia, caro Saviano e cari organi di stampa, i black bloc tra i manifestanti oggi scarcerati? E dove i violenti che agirebbero solo per brama di sfascio e poi, curiosa contraddizione, appena arrestati, si metterebbero a «piagnucolare e a chiamare la mamma» (ma chi glielo ha detto, a Saviano?).
I commenti pubblicati dalla stessa “Repubblica” in coda alla letterina rendono bene lo sconcerto, e in certi casi la rabbia, di tanti che magari si erano identificati nel simbolo Saviano e ora si trovano etichettati come imbecilli. Perché loro c’erano e hanno visto. E quanto all’invito ai manifestanti a fare cortei in letizia e alle forze dell’ordine a comportarsi bene, manganellando solo i cattivoni, beh, accidenti, come sarebbe bello e democratico! Peccato però che le cose non vadano mai così. Io mi ricordo bene Genova, perché c’ero e ho visto, e posso assicurare Saviano che il comportamento pacifico di decine di migliaia di dimostranti non li ha esattamente preservati dalle botte.
Questione ben più seria è che sbocco avrà questo movimento, analogamente ad altri che si diffondono in Europa, perfino nella già compassata Inghilterra. Ma il primo passo per discuterne è prenderlo sul serio, rinunciare ai luoghi comuni rassicuranti, non dar retta al pentitismo nazionale (in cui sono specializzati, magari, ex sessantottini approdati ai media), ascoltare prima di giudicare e, soprattutto, scendere dai pulpiti che stanno un po’ di spanne al di sopra del mondo reale.

Alessandro Dal Lago, da “il Manifesto” del 17 dicembre 2010

Chi attacca un Antifascista attacca tutti gli Antifascisti!


Giovedi 9 dicembre nel nostro circolo abbiamo organizzato una cena sociale per raccogliere sottoscrizioni in solidarietà al Compagno Alessandro Savoldi dei GC di Pavia querelato da Roberto Fiore segretario nazionale del partito neofascista Forza Nuova. Abbiamo raccolto 205 euro che già abbiamo inviato ai Compagni di Pavia. Restiamo fermamente convinti che chi attacca un Antifascista attacca tutti gli Antifascisti e quindi nelle prossime settimane metteremo in piedi altre inziative. BASTA FASCISMO, BASTA REPRESSIONE!

PRC Marano (NA) - Circolo “G.Pajetta

Comunicato del Coordinamento Precari Scuola Napoli

Il CPS NAPOLI, invita tutte le realtà studentesche, medie ed universitarie, i docenti, i genitori, il personale ATA, e tutti i soggetti che hanno condiviso e costruito con noi la mobilitazione del 30 ottobre in difesa della scuola pubblica, all'assemblea che si terrà GIOVEDì 2 DICEMBRE in via S.Mandato 38 C (metropolitana collinare, fermata S.Rosa, uscita
Battistello Caracciolo) alle ore 17.

Riteniamo infatti fondamentale dare seguito a quel percorso unitario che ha portato a saldare le lotte dei docenti e degli studenti, ed estenderlo a tutti coloro che hanno a cuore il futuro della scuola pubblica e delle nuove generazioni. Ora più che mai, visto l'attacco complessivo a tutto il sistema pubblico di istruzione, formazione e ricerca, è necessario unire le nostre
lotte in un fronte comune che possa servire da argine alla deriva reazionaria del nostro paese e che, ci auspichiamo, sfoci in Le mobilitazioni del mondo universitario contro il DDL Gelmini, che si stanno moltiplicando di giorno in giorno, e le occupazioni di molti istituti superiori contro i tagli e contro la distruzione della scuola pubblica, testimoniano un alto livello di conflittualità che dobbiamo mantenere alto. Non deve accadere, come spesso è
successo negli anni passati, che da gennaio ognuno torni a chiudersi entro i confini della propria vertenza specifica. Il governo ci vuole divisi per renderci deboli, noi dobbiamo rispondere UNITI.

Riteniamo, dunque, indispensabile dare vita ad un'ASSEMBLEA PERMANENTE IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA, a cui partecipino tutti i soggetti sopra citati, con lo scopo di mantenere saldi i legami tra tutti i settori del mondo della conoscenza, costruire insieme le prossime mobilitazioni, verso un grande
sciopero generale contro il governo e Confindustria.

L'appuntamento è per GIOVED' 2 DICEMBRE ORE 17 in via S. Mandato. Potrebbero esserci delle variazioni sul luogo, che verranno tempestivamente comunicate. Stiamo valutando, infatti, se è possibile fare l'assemblea in qualche scuola occupata, per valorizzare e dare supporto attivo alla mobilitazione degli studenti.

Precari, studenti, docenti, personale ATA. genitori, associazioni, sono invitati a partecipare e a contribuire alla costruzione di una piattaforma comune che abbia come pilastro la difesa della SCUOLA PUBBLICA, LAICA, DI MASSA E ANTIFASCISTA.

Partecipate e diffondete!

COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA NAPOLI

Ripartiamo dall'anticapitalismo!


Le mobilitazioni che si susseguono in tutta Italia in questi giorni sono imponenti, ma mancano di un reale collegamento politico.

Gli studenti stanno innalzando la propria consapevolezza, poiché comprendono il valore dell’Istruzione pubblica e della difesa della Costituzione. Ma il movimento è ancora sotto la forte influenza di componenti spontaneistiche, che non individuano gli obiettivi politici di breve e medio periodo.

Dobbiamo radicalizzare la protesta studentesca. La lotta fra gli studenti va incentrata sull’occupazione di scuole e facoltà, con l’obiettivo del ritiro della Riforma. “No alla scuola dei padroni, via il governo dimissioni!” gridavano gli studenti del ’68.

Sarebbe utile rispolverare le antiche “asce di guerra”, anche per rompere una certa spinta corporativa, data dagli ambienti accademici e baronali con il blocco delle lezioni. Gli studenti devono respingere la riforma Gelmini, ma non possono accettare l’autonomia scolastica o la trasformazione in fondazioni private delle università, la privatizzazione dei servizi, l’aumento di tasse, alloggi e trasporti.

La mobilitazione di massa di questi giorni offre a noi comunisti l'opportunità di tornare in campo, ma solo se sapremo coniugare l'attivismo nelle mobilitazioni, al recupero di una forte concezione anticapitalista. Non basta, infatti, definirsi "comunisti" per essere anche autenticamente rivoluzionari!

Tra i lavoratori, invece, dobbiamo promuovere un coordinamento unitario delle lotte e la costruzione dello sciopero generale. I “comitati per il 16 ottobre” non corrispondono più all’attuale fase di lotta dei lavoratori. Dobbiamo costruire i “comitati per lo sciopero generale”, trasformando il Partito nella cinghia di trasmissione politica delle lotte tra i lavoratori.

Il governo Berlusconi non può cadere per una congiura di palazzo del suo stesso blocco dominante. Dobbiamo spingere i lavoratori fuori dalle gabbie del populismo di Vendola, organico al sistema maggioritario, ed indirizzare alla coscienza di classe.

L’attuale pericolo è che, anche se il governo dovesse cadere, verrebbe varata ugualmente la manovra finanziaria, con una miriade di emendamenti del PD, dell'IdV e dei Finiani. Queste manovre servirebbero solo a spostare gli equilibri politici nella maggioranza di governo, ma non cambierebbero di certo la condizione dei lavoratori e degli oppressi!

Con l’approvazione della finanziaria, verrebbero stanziati ulteriori tagli per l’Istruzione, la sanità pubblica, i servizi fondamentali per le masse popolari. L’obiettivo di questo governo è chiaro: svuotare la Costituzione dai propri principi, smantellare qualsiasi settore del servizio pubblico, dissanguare nella guerra fra poveri le varie regioni ed enti locali del Paese e gettare un ultimo colpo di spugna sui diritti dei lavoratori.

Dobbiamo impedirlo!

Pertanto, ritengo sia utile ricordare ai dirigenti del PRC e della Federazione della Sinistra, che si attardano sui possibili scenari elettorali e sulle ipotetiche alleanze coi soggetti della sinistra moderata, con smielate quanto inutili video-lettere a Vendola, che per stare nella lotta non basta fare comunicati stampa o inviare messaggi su facebook!

Nelle attuali circostanze, dobbiamo prendere atto della realtà: la lotta è extra-parlamentare e si gioca su di un terreno difficile ed insidioso. Ma non tutti i mail vengono per nuocere. Se puntiamo a rientrare rapidamente nel Parlamento, dobbiamo contestare con forza l'attuale rappresentanza politica in esso espressa, perchè il sistema maggioritario non esprime la volontà popolare, ma la inganna.

Bisogna smettere i toni paternalistici e celebrativi dei "fasti" del passato, con un partito che interveniva da televisoni e giornali, e vestire i panni del soggetto rivoluzionario, capace di offrire fiducia e prospettiva alle lotte dei soggetti sfruttati.

Il problema è trasformare la natura del nostro Partito da un piccolo soggetto d’opinione, che si accoda ai movimenti e dialoga con i partiti moderati, ad uno strumento di coscienza fra i lavoratori, capace di organizzarne le rivendicazioni, di guidarne le lotte e di rappresentarne coerentemente gli interessi.

Tutti i compagni di Rifondazione comunista vanno mobilitati per sostenere attivamente il conflitto, per difendere le sezioni attaccate dai gruppi neofascisti, per costruire punti di aggregazione e mobilitazione contro il governo. Oggi più che mai va ricostruito il “reparto d’assalto” della lotta di classe. Di burocrati e movimentisti non ce ne facciamo nulla!

La Federazione della Sinistra, così come si è costituita, non ha prodotto alcuno scatto in avanti nella partecipazione e nella rappresentanza politica. Al contrario, le dinamiche che ne hanno regolato la composizione degli organismi dirigenti e le proposte da essi scaturite, dimostrano la fusione da ceto politico di risulta dei vari soggetti che la compongono.

La FDS o svolgerà un ruolo attivo nelle lotte oppure è condannata a sparire, fagocitata dalle dinamiche plebiscitarie del sistema elettorale maggioritario!

L'aggregazione a sinistra del PD va costruita, ma con una potente e ben coordinata spinta politica tra le masse.

In conclusione, è molto preoccupante ciò che è accaduto oggi a Roma, dove si è svolta una manifestazione “congiunta” di imprenditori e lavoratori edili. CGIL, Cisl e Uil hanno ritrovato la propria unità nel chiedere l’elemosina ad un governo anti-proletario e reazionario.

I mass media hanno esaltato il fatto che padroni ed operai scendessero in piazza insieme “finalmente dalla stessa parte”. E, questo, in un settore come quello dell’edilizia, dove prolifera l’evasione fiscale, il lavoro nero ed aumentano ogni anno i morti sul lavoro.

A cosa stiamo assistendo, alla riedizione delle corporazioni tanto care agli industriali che sostennero l'ascesa del fascismo? E’ questa la nuova CGIL di Susanna Camusso?

Padroni e lavoratori, anche nella crisi, non possono essere la stessa cosa. Semplicemente perchè i primi continuano a sfruttare ed i secondi ad essere sfruttati!

Mobilitiamo studenti e lavoratori per la cacciata del governo! Spingiamo allo sciopero generale dentro tutte le categorie della CGIL. Liberiamo i lavoratori dal populismo e ricostruiamo un'autentica coscienza di classe ed anticapitalista in questo Paese!

Daniele Maffione - Coordinamento naz. Giovani Comunisti - PRC/FdS