"Da questa sconfitta fiorirà la futura vittoria. 'L'ordine regna a Berlino!'. Stupidi assassini! Il vostro ordine è costruito sulla sabbia. Già domani la rivoluzione si rimetterà in piedi e con un suono di tromba annuncerà, con vostro profondo orrore: 'Ero, sono, sarò!'"
Rosa Luxemburg, il giorno prima di essere catturata e uccisa.

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E ora la svolta a sinistra anche a Napoli!

A Napoli, nel Partito della Rifondazione comunista, dopo la scissione vendoliana che ha interessato solo ed esclusivamente i gruppi dirigenti, è iniziato un lungo percorso per sostituire i vecchi quadri e il vuoto politico ed organizzativo prodottosi con la loro uscita dal Partito. All’interno del Comitato Politico Federale, si sono così creati due blocchi politici contrapposti, che si differenziavano soprattutto per la proposta politica e per il modo di intendere il Partito. Un blocco composto da una parte dei compagni della seconda mozione insieme ad “Essere Comunisti”, più un altro pezzetto del primo documento caratterizzatosi per l’arroganza con cui si è posto, ma anche per una linea politica, che ha tentato di imporre, in totale sintonia con le scelte della vecchia dirigenza vendoliana e totalmente appiattita su un esasperato istituzionalismo.


Dall’altra parte, invece, un gruppo di compagni composto da un pezzo della minoranza, con una quota del primo documento, tutta la terza mozione (Sinistra comunista e l’Ernesto) e il quarto documento (Falce e Martello), che invece si è distinto per la sua proposta politica di forte discontinuità rispetto al passato e soprattutto a favore di un rilancio reale di Rifondazione comunista, evitando di spaccare il partito sulle personalità contrapposte e parlando di politica. Purtroppo, mentre quest’ultima “grande sensibilità”( pur con tutte le sue differenze interne) continuava a chiedere dialogo e proposte concrete, l’altra rispondeva con comunicati stampa (in uno di questi il nostro segretario nazionale veniva anche descritto come una persona “confusa”) proponendo solo nominativi e spingendo per la partecipazione alle primarie e per costruire l’alleanza col PD per le prossime elezioni provinciali, naturalmente senza specificare le proposte programmatiche sulle quali questa dovrebbe basarsi. Così, tra un CPF e l’altro, è passato quasi un mese, nell’ambito del quale quei compagni sono riusciti soltanto a presentare una candidatura per la segreteria della Federazione, quella del compagno Franco Nappo, naturalmente senza affiancare alla candidatura un documento politico su cui intraprendere una discussione comune. La situazione è rimasta invariata fino a lunedì sera scorso, data in cui è stato convocato l’ultimo Comitato Politico Federale. Con gli interventi che si sono succeduti, tantissimi compagni hanno chiesto espressamente di ritirare qualsiasi candidatura, per evitare di paralizzare il Partito, dichiarando che non era impossibile l’unità (elemento fondamentale, viste le condizioni in cui ci troviamo) se solo si fosse iniziato a parlare veramente di politica. Per rafforzare questo ragionamento si è fatto anche l’esempio dei Giovani Comunisti napoletani che, nonostante le differenze interne, sono riusciti a trovare una sintesi tenendo insieme tutte le sensibilità presenti al loro interno, scrivendo congiuntamente un documento in cui vengono evidenziati alcuni campi di lavoro per rilanciare l’Organizzazione. Purtroppo ogni appello alla responsabilità è caduto nel vuoto, e quei compagni che avevano già in precedenza lanciato la candidatura di Franco Nappo come segretario provinciale, hanno preteso che la proposta fosse messa ai voti. Le votazioni hanno però confermato quello che altri compagni volevano scongiurare, infatti c’è stato un pareggio, con 43 si e 43 no (più un astenuto). Nappo non è stato eletto ed il Partito è risultato spaccato esattamente in due. Dopo le votazioni, in tanti si chiedevano ancora se fosse necessario arrivare alla conta, visto che anche la segreteria nazionale si era espressa in favore di evitare questa soluzione. Purtroppo qualcuno, pur di conservare la propria poltrona, non ha voluto sentire ragioni.


A Napoli, lunedì, è stata evitata una deriva istituzionalista del nostro Partito, ma il lavoro da fare non è ancora finito, perchè dopo aver evitato le svolte a destra è altrettanto necessario iniziare a svoltare a sinistra. E’ ora che anche Napoli venga dato seguito alla svolta stabilita con il congresso di luglio. E’ ora che Chianciano arrivi anche a Napoli.


di Beniamino Simioli - CPF Napoli e Resp. GC Marano
pubblicato anche su http://www.sinistracomunista.it/

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