"Da questa sconfitta fiorirà la futura vittoria. 'L'ordine regna a Berlino!'. Stupidi assassini! Il vostro ordine è costruito sulla sabbia. Già domani la rivoluzione si rimetterà in piedi e con un suono di tromba annuncerà, con vostro profondo orrore: 'Ero, sono, sarò!'"
Rosa Luxemburg, il giorno prima di essere catturata e uccisa.

----------------------------------------------------------------------

Ripartiamo dall'anticapitalismo!


Le mobilitazioni che si susseguono in tutta Italia in questi giorni sono imponenti, ma mancano di un reale collegamento politico.

Gli studenti stanno innalzando la propria consapevolezza, poiché comprendono il valore dell’Istruzione pubblica e della difesa della Costituzione. Ma il movimento è ancora sotto la forte influenza di componenti spontaneistiche, che non individuano gli obiettivi politici di breve e medio periodo.

Dobbiamo radicalizzare la protesta studentesca. La lotta fra gli studenti va incentrata sull’occupazione di scuole e facoltà, con l’obiettivo del ritiro della Riforma. “No alla scuola dei padroni, via il governo dimissioni!” gridavano gli studenti del ’68.

Sarebbe utile rispolverare le antiche “asce di guerra”, anche per rompere una certa spinta corporativa, data dagli ambienti accademici e baronali con il blocco delle lezioni. Gli studenti devono respingere la riforma Gelmini, ma non possono accettare l’autonomia scolastica o la trasformazione in fondazioni private delle università, la privatizzazione dei servizi, l’aumento di tasse, alloggi e trasporti.

La mobilitazione di massa di questi giorni offre a noi comunisti l'opportunità di tornare in campo, ma solo se sapremo coniugare l'attivismo nelle mobilitazioni, al recupero di una forte concezione anticapitalista. Non basta, infatti, definirsi "comunisti" per essere anche autenticamente rivoluzionari!

Tra i lavoratori, invece, dobbiamo promuovere un coordinamento unitario delle lotte e la costruzione dello sciopero generale. I “comitati per il 16 ottobre” non corrispondono più all’attuale fase di lotta dei lavoratori. Dobbiamo costruire i “comitati per lo sciopero generale”, trasformando il Partito nella cinghia di trasmissione politica delle lotte tra i lavoratori.

Il governo Berlusconi non può cadere per una congiura di palazzo del suo stesso blocco dominante. Dobbiamo spingere i lavoratori fuori dalle gabbie del populismo di Vendola, organico al sistema maggioritario, ed indirizzare alla coscienza di classe.

L’attuale pericolo è che, anche se il governo dovesse cadere, verrebbe varata ugualmente la manovra finanziaria, con una miriade di emendamenti del PD, dell'IdV e dei Finiani. Queste manovre servirebbero solo a spostare gli equilibri politici nella maggioranza di governo, ma non cambierebbero di certo la condizione dei lavoratori e degli oppressi!

Con l’approvazione della finanziaria, verrebbero stanziati ulteriori tagli per l’Istruzione, la sanità pubblica, i servizi fondamentali per le masse popolari. L’obiettivo di questo governo è chiaro: svuotare la Costituzione dai propri principi, smantellare qualsiasi settore del servizio pubblico, dissanguare nella guerra fra poveri le varie regioni ed enti locali del Paese e gettare un ultimo colpo di spugna sui diritti dei lavoratori.

Dobbiamo impedirlo!

Pertanto, ritengo sia utile ricordare ai dirigenti del PRC e della Federazione della Sinistra, che si attardano sui possibili scenari elettorali e sulle ipotetiche alleanze coi soggetti della sinistra moderata, con smielate quanto inutili video-lettere a Vendola, che per stare nella lotta non basta fare comunicati stampa o inviare messaggi su facebook!

Nelle attuali circostanze, dobbiamo prendere atto della realtà: la lotta è extra-parlamentare e si gioca su di un terreno difficile ed insidioso. Ma non tutti i mail vengono per nuocere. Se puntiamo a rientrare rapidamente nel Parlamento, dobbiamo contestare con forza l'attuale rappresentanza politica in esso espressa, perchè il sistema maggioritario non esprime la volontà popolare, ma la inganna.

Bisogna smettere i toni paternalistici e celebrativi dei "fasti" del passato, con un partito che interveniva da televisoni e giornali, e vestire i panni del soggetto rivoluzionario, capace di offrire fiducia e prospettiva alle lotte dei soggetti sfruttati.

Il problema è trasformare la natura del nostro Partito da un piccolo soggetto d’opinione, che si accoda ai movimenti e dialoga con i partiti moderati, ad uno strumento di coscienza fra i lavoratori, capace di organizzarne le rivendicazioni, di guidarne le lotte e di rappresentarne coerentemente gli interessi.

Tutti i compagni di Rifondazione comunista vanno mobilitati per sostenere attivamente il conflitto, per difendere le sezioni attaccate dai gruppi neofascisti, per costruire punti di aggregazione e mobilitazione contro il governo. Oggi più che mai va ricostruito il “reparto d’assalto” della lotta di classe. Di burocrati e movimentisti non ce ne facciamo nulla!

La Federazione della Sinistra, così come si è costituita, non ha prodotto alcuno scatto in avanti nella partecipazione e nella rappresentanza politica. Al contrario, le dinamiche che ne hanno regolato la composizione degli organismi dirigenti e le proposte da essi scaturite, dimostrano la fusione da ceto politico di risulta dei vari soggetti che la compongono.

La FDS o svolgerà un ruolo attivo nelle lotte oppure è condannata a sparire, fagocitata dalle dinamiche plebiscitarie del sistema elettorale maggioritario!

L'aggregazione a sinistra del PD va costruita, ma con una potente e ben coordinata spinta politica tra le masse.

In conclusione, è molto preoccupante ciò che è accaduto oggi a Roma, dove si è svolta una manifestazione “congiunta” di imprenditori e lavoratori edili. CGIL, Cisl e Uil hanno ritrovato la propria unità nel chiedere l’elemosina ad un governo anti-proletario e reazionario.

I mass media hanno esaltato il fatto che padroni ed operai scendessero in piazza insieme “finalmente dalla stessa parte”. E, questo, in un settore come quello dell’edilizia, dove prolifera l’evasione fiscale, il lavoro nero ed aumentano ogni anno i morti sul lavoro.

A cosa stiamo assistendo, alla riedizione delle corporazioni tanto care agli industriali che sostennero l'ascesa del fascismo? E’ questa la nuova CGIL di Susanna Camusso?

Padroni e lavoratori, anche nella crisi, non possono essere la stessa cosa. Semplicemente perchè i primi continuano a sfruttare ed i secondi ad essere sfruttati!

Mobilitiamo studenti e lavoratori per la cacciata del governo! Spingiamo allo sciopero generale dentro tutte le categorie della CGIL. Liberiamo i lavoratori dal populismo e ricostruiamo un'autentica coscienza di classe ed anticapitalista in questo Paese!

Daniele Maffione - Coordinamento naz. Giovani Comunisti - PRC/FdS

Nessun commento:

Posta un commento